DIOMEDE BRONZO

L’ANALISI CRITICA DI PIERGIACOMO PETRIOLI (Storico dell’arte e docente all’Università di Firenze): “Il gioco e la vitalità dell’esistenza nell’Ecologo di Lidia Croce”

Può forse la chimica farsi arte? Nell’Ecologo, pittura-progetto per una scultura monumentale dell’artista Lidia Croce, l’apparente antinomia tra formula scientifica ed estetica forma, risulta del tutto risolta, grazie a una invenzione poetica originale che, ripercorrendo le auree tracce rinascimentali dell’identificazione arte-scienza, mostra come (supposte aride) formule chimiche possano trasformarsi in gioiosi elementi decorativi, oggetti di fantasia colorata.

Il dipinto è costruito su toni d’azzurro e bianco: Da un racemo di spighe, struttura portante della scultura e pure del quadro, si dipartono figure di volti, uccelli, linee-corpi densi di vitale energia; attorno le formule chimiche degli elementi divengono presenze artistiche, in un libero gioco formale, costruzioni simboliche, è vero, ma pure componenti estetici del quadro (e/o scultura).

Il gioco, la vitalità dell’esistenza, il connubio imprescindibile fra (ancora un elemento rinascimentale!) il microcosmo dell’uomo e il macrocosmo dell’universo, costituiscono il fondamento di questo lavoro della Croce. Quasi un revival neoplatonico, infatti, la figura appare della stessa sostanza delle spighe; oppure esse assumono umane sembianze: l’albero si fa uomo e l’uomo si fa albero, anzi è l’albero stesso; gli elementi del mondo sono – e le formule alla base del dipinto lo spiegano con l’autorità della scienza – i medesimi delle figure, in una dinamica e ininterrotta simbiosi uomo/natura, ch’è il segreto stesso della Vita.

Il messaggio ecologico alfine si mostra in tale opera con tutta la chiarezza e la forza del linguaggio comune delle immagini, epitome bella e universale di quanto appunto la filosofia, la scienza, la religione cercano di far comprendere, ovvero che l’Universo è Uno e, francescanamente parlando, l’acqua, gli alberi, gli animali sono parte di noi, l’ambiente è la nostra “oikos”, la casa in cui viviamo e che sia dunque chiara, pulita e bella come il dipinto dell’artista Lidia Croce.



CRITICHE DI PETRIOLI E FILIPPO FIORENTINO